Montagne, avventure e discese sulla neve fresca. Queste sono le tre passioni che accomunano i due atleti Yannick Boissenot e Arnaud Cottet. Lo svizzero Arnaud Cottet è cresciuto tra le montagne: scia da quando è in grado di stare in piedi sulle proprie gambe. Da allora ha passato tutta la sua vita a esplorare il mondo sugli sci. Dalle Alpi alle Rocky Mountains, dall’Alaska all’Iran e ora in Pakistan: Yannick Boissenot, oltre a essere un talentoso freerider, è anche un cameraman e un fotografo di montagna. Con la telecamera riprende le sue avventure in giro per il mondo e le trasforma in sequenze di immagini e video di alta qualità. Anche il suo viaggio nella Valle dell’Hunza è diventato un film. La prima proiezione è in programma per metà dicembre.
Bolzano – 12 Settembre 2024 Nella Valle dell’Hunza, a nord del Pakistan, conosciuta anche come Hunza Valley, si susseguono paesaggi mozzafiato e si respira una cultura poliedrica. Questo territorio si trova nella regione del Gilgit-Baltistan, a circa 100 km dalla città di Gilgit. La valle è attraversata dal fiume Hunza ed è circondata da alcune delle montagne più alte del mondo, tra cui il Rakaposhi (7.788 m), la vetta Ultar Sar (7.388 m) e il Diran Peak (7.266 m). Ed è proprio tra queste cime che, nell’aprile del 2024, i due atleti del team Salewa Yannick Boissenot e Arnaud Cottet si sono lanciati in un’avventura di scialpinismo davvero speciale. L’idea di esplorare questa regione con gli sci ai piedi è venuta a Jannick e al suo amico Julien “Pica” Herry, un grande conoscitore della Valle dell’Hunza nonché una guida alpina. Qualche anno fa Pica ha fondato la ONG “Zom Connection” con l’obiettivo di promuovere gli sport di montagna in Pakistan. Con il sostegno di alcuni operatori locali, la ONG fornisce attrezzatura da montagna alla popolazione delle valli settentrionali del Pakistan. Insieme a Pica e a un gruppo di persone del posto, Yannick e Arnaud sono partiti alla ricerca di canaloni immacolati e tra queste pareti rocciose hanno testato la nuova collezione da scialpinismo Sella Free di Salewa. Insieme hanno vissuto delle esperienze uniche, dando vita a uno scambio culturale di grande impatto. Tuttavia, il tour è stato caratterizzato fin dall’inizio dagli effetti del cambiamento climatico e ha richiesto molta capacità di adattamento.
Il tour è iniziato la mattina del 25 aprile. Punto di partenza: Islamabad. Da qui, un viaggio di 20 ore tra frane, strade interrotte e scorte della polizia ha condotto i due atleti del team Salewa al campo di acclimatamento nella Valle dell’Hunza. Tuttavia, una volta arrivati, Yannick e Arnaud si sono resi conto che – a causa delle temperature elevate – il manto nevoso era troppo instabile e che i pendii che avevano in programma di ridiscendere non erano percorribili. Nel programma alternativo sono rientrati quindi piste da sci, uno snowpark e dei corsi di sicurezza sulla neve e di soccorso in valanga. Anche l’itinerario inizialmente previsto, che li avrebbe visti sciare in una valle nei pressi del passo Khunjerab, andava rivisto. Quando il tour vero e proprio ha avuto inizio, il team si è diretto verso il campo base a nord del Rakaposhi. Sotto le pendici della montagna alta 7.788 m si trovano alcune pareti più basse, potenzialmente percorribili con gli sci. Dal Rakaposhi è possibile ammirare l’intera Valle dell’Hunza e proprio per questo motivo molti turisti fanno tappa al campo base per riuscire a osservare questa vetta e i suoi ghiacciai. Dopo una giornata di esplorazione, il gruppo ha raggiunto uno splendido pendio che confluisce nel Rakaposhi. Nel buio della notte, la ricerca di canaloni ancora immacolati ha condotto Yannick Boissenot e la guida alpina del posto verso la vetta. Al mattino, i due atleti hanno avuto la fortuna di trovare una linea di discesa strepitosa con condizioni pressoché perfette. La pazienza è stata finalmente premiata! Insieme al gruppo, hanno ridisceso la parete rocciosa verso il campo base: un momento assolutamente indimenticabile. Il gruppo si è diretto quindi verso la Valle di Naltar per raggiungere l’ultimo campo base. Anche qui l’obiettivo era quello di sciare lungo i canaloni tra i 4.000 e i 5.000 metri di altitudine, ma le alte temperature li avevano spazzati via e trasformati in ampie distese. Data l’impossibilità di procedere, gli atleti sono tornati a Karimabad senza aver centrato l’obiettivo. Yannick e Arnaud si sono fermati ancora qualche giorno per donare alla popolazione l’attrezzatura Salewa che avevano portato con sé e per godere dell’ospitalità della gente del posto. Un ultimo chai, ancora qualche patatina fritta pakistana e già era tempo di tornare a casa.
L’esperienza dei due atleti Yannick Boissenot e Arnaud Cottet è un ottimo esempio di come il cambiamento climatico stia influenzando gli sport di montagna. Lo scialpinismo, in particolare, è gravemente colpito dall’incertezza legata alla presenza o meno di neve e dall’impossibilità di prevedere le condizioni del manto nevoso. Questo richiede a chi pratica sport invernali una maggiore predisposizione all’adattamento – proprio come hanno dimostrato i due atleti durante il loro viaggio nella Valle dell’Hunza. Nonostante le condizioni critiche che hanno incontrato fin dall’inizio, i due atleti hanno continuato a cercare nuove vie per riuscire a provare quel senso di libertà che li spinge da sempre ad andare oltre – fedeli al motto “Free Your Journey”. In questo modo, contro ogni aspettativa sono riusciti a tracciare le prime discese sulle montagne pakistane. Esattamente come Yannick e Arnaud, anche la nuova campagna Salewa “Free Your Journey” racconta le sfide che il cambiamento climatico impone agli sport di montagna, interrogandosi su come gli atleti e le atlete debbano adattarsi alle nuove condizioni. La nuova collezione da scialpinismo Sella Free ispirata al freeride, che Yannick Boissenot e Arnaud Cottet hanno testato in prima persona nella Valle dell’Hunza, è estremamente versatile e permette di combinare le uscite di scialpinismo con altri sport come il trekking e la mountain-bike. “Ovviamente i cambiamenti climatici non sono visibili solo in Pakistan, ma su qualunque montagna – soprattutto nei ghiacciai e in primavera, quando la neve ricopre ormai solo le vette più alte. Dal mio punto di vista, tutto ciò rende la combinazione di scialpinismo con altri sport come il trekking o l’e-bike particolarmente interessante”, conclude Yannick Boissenot, raccontando così il suo nuovo approccio allo scialpinismo.
Salewa è sinonimo di passione per lo sport di montagna, di alpinismo di alto livello e di un legame speciale con la montagna. Fondata a Monaco di Baviera nel 1935, questa azienda a conduzione familiare è oggi saldamente ancorata alle Dolomiti dell’Alto Adige. Nella sede di Bolzano viene creata attrezzatura tecnica che unisce materiali tradizionali a un design innovativo, conforme a standard ambientali e sociali molto elevati e realizzata con una grande consapevolezza per la regionalità, la qualità e il valore. La volontà del marchio di percorrere nuove strade lasciando le proprie tracce si lega alla sua profonda conoscenza dello sport in montagna. Il progressive mountaineering non è un semplice collezionare prestazioni ma rappresenta percezione della natura, sviluppo personale ed esperienze comuni. Salewa è leader nella produzione di attrezzatura per lo sport da montagna e propone quattro categorie di prodotti innovativi: abbigliamento, calzature, materiale e attrezzatura tecnica.